Autrice: Giacinta Grimaldi
Il termine “Nutraceutica” è stato coniato dal Dott. Stephen De Felice (fondatore della medicina per l’innovazione) nel 1989, deriva dalla fusione dei termini nutrizione e farmaceutica per designare i componenti o i principi attivi degli alimenti con effetti benefici sulla salute in termini di nutrizione, prevenzione e trattamento delle patologie. Si suddividono in tradizionali e non tradizionali. I tradizionali si suddividono a loro volta in costituenti chimici rappresentati da1) nutrienti come vitamine, aminoacidi, sali minerali, acidi grassi omega 3 e concentrati ed estratti da erbe o piante, 2) i probiotici che sono in grado di trasformare la tossicità della flora intestinale in colonie di bacilli benefici per l’organismo ed infine in 3) enzimi. Invece i nutraceutici non tradizionali si dividono in fortificati (es succo d’arancia con aggiunta di calcio) o ricombinanti cioè cibi arricchiti mediante le biotecnologie o mediante l’ingegneria genetica (es pane, aceto).
Meccanismo d’azione
La loro azione è principalmente antiinfiammatoria ed antiossidante e si espleta attraverso la riduzione del colesterolo LDL mediante la modulazione della produzione del colesterolo, la riduzione dei radicali liberi e mediante la riduzione della formazione delle placche arteriose e la riduzione della pressione arteriosa.
Cosa quindi ci dovremmo aspettare dai nutraceutici nelle varie fasi di malattia cerebrovascolare? Nell’ambito della prevenzione è stato dimostrato, prevalentemente in ambito preclinico, siano in grado di ridurre l’omocisteina, lo stress ossidativo e la pressione arteriosa, nella fase acuta espletano un’azione antiossidante, antiinfiammatoria, riducono l’apoptosi (la morte programmata della cellula neuronale) e aumentano la tolleranza ischemica, ed infine nella fase post-stroke promuovono plasticità e rigenerazione neuronale.
Ruolo delle vitamine
Le vitamine costituiscono la principale classe di nutraceutici che ha mostrato il potenziale di riduzione di rischio per stroke.
Tra le vitamine sono sicuramente meritevoli di menzione le vitamine del gruppo B, specialmente folati, vitamina B6 e B12, essenziali nella clearance dell’omocisteina (metabolita intermedio del metabolismo della metionina con effetti neurotossici) e nella rigenerazione della S-adenosil-metionina (SAM, importante donatore di metili per reazioni enzimatiche con un forte impatto sulla metilazione del DNA, possibilmente coinvolto in processi neurodegenerativi).
In questo processo di riconversione ricoprono un ruolo importante anche la vitamina C, l’N-acetil-cisteina, la betaina e lo zinco.
Inoltre il magnesio e potassio aumentano il flusso cerebrale e riducono la pressione arteriosa rispettivamente, la vitamina E aumenta i livelli di antiossidanti circolanti. (fig 1)
Ruolo del microbiota intestinale
Gli ultimi decenni hanno portato a riconoscere l’importanza del microbiota intestinale (microrganismi che risiedono nell’intestino) nella regolazione di quasi tutti i principali sistemi fisiologici umani, incluso il sistema nervoso centrale. La disbiosi intestinale (alterazione della composizione del microbiota intestinale) è in grado di attivare segnali da parte delle cellule intestinali che conducono ad una sovra-produzione di risposte pro-infiammatorie. L’asse microbiota-intestino-cervello è cruciale nel convertire i nutraceutici nelle loro forme attive (es Vitamina A, D, polifenoli, olio di pesce, curcumina) coinvolte nella immunomodulazione quindi infiammazione e nella tolleranza ischemica. Diverse evidenze scientifiche hanno dimostrato che la composizione del microbiota intestinale può contribuire allo sviluppo di disturbi neurodegenerativi come la malattia di Alzheimer, disturbi dello spettro autistico, lesioni cerebrali, sclerosi multipla, malattia di Parkinson ed ictus. L’infiammazione cronica è la caratteristica che accomuna tali patologie che può condurre a morte del neurone. La nutraceutica costituirebbe in parte la risposta all’infiammazione, in particolare la vitamina A e D, la curcumina e il CNB-001 (implicazione terapeutica nel Parkinson) derivato sintetico della curcumina svolgono un ruolo di neuroprotezione mediante azione antiinfiammatoria e aumentando la rigenerzazione cellulare (A e D), il magnesio aumenta il flusso ematico cerebrale, il potassio riducendo la pressione arteriosa, il Ginko riducendo la viscosità plasmatica, il 3 n-butilftalide aumenta il flusso cerebrale, l’acido retinoico auementa l’espressione della proteina gap 43 (neuroplasticità), l’idrossibutirrato aumenta l’energia, la capsaicina induce ipotermia: riducendo il danno da riperfusione, la quercetina riduce la tioredoxina ossidata, la vitamina C riduce la trasformazione emorragica. (fig2)
Fase riabilitativa post-ictus
Per quanto la gestione post-ictus le evidenze ci dicono che una dieta sana assieme ad un corretto stile di vita migliora il processo di recupero dopo un ictus ed anche la ricorrenza. L’integrazione nella dieta di Vitamina B sembra correlare con la mortalità nei sopravvissuti di ictus, la riduzione della vitamina D, regolatore immunitario, correla con una gravità e mortalità maggiore dell’ictus. Importante è la regolazione della pressione arteriosa nel post ictus, un recente studio ha mostrato che una miscela di Bacoba monnieri, Ginko, te verde e fosfatidil serina riduca la pressione arteriosa ed infine supplementi nutrizionali intensivi migliorano il recupero motorio post-ictus in pz precedentemente malnutriti (Ha et al., 2010; Rabaldi et al., 2008).
Cibi specificatamente progettati per il miglioramento delle performance cognitive: sostanze ad attività neuroprotetitva (colina, uridina monofosfato, UMP e PUFA= acidi grassi poliinsaturi omega 3, UMP uridina monofosfato) hanno mostrato in modelli animali neuroplasticità (de Waal H et al., 2014). Tali miscele possono essere somministrate tramite sondino o in associazione con addensanti nei pz disfagici.
Conclusioni
E’ ragionevole affermare che le vitamine del gruppo B siano sostanze essenziali per il normale funzionamento neuronale, la loro carenza ha conseguenze comportamentali e cognitive ben note, svolgono un ruolo di protezione nella prevenzione dell’ictus e svolgono un ruolo neuroprotettivo nella gestione post-ictus. Nella fase gestionale post-ictus è sicuramente consigliata l’implementazione con alimenti a contenuto nutritivo, soprattutto nei pz malnutriti. D’altro canto però risultano essere necessari nuovi studi preclinici e trial clinici che seguano linee guida e criteri clinici più rigorosi. Vi è sicuramente necessità di regolamentazione dei nutraceutici da parte delle agenzie del farmaco. Allo stato dell’arte possiamo concludere affermando che uno stile di vita attivo e una dieta con le caratteristiche della dieta mediterranea sono da considerare alla base della strategia preventiva dell’ictus.
Figura 1
Figura 2
Kommentare